Mogno, Colonia Pazzalino
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La natura selvaggia si percepisce già all’arrivo, quando l’AutoPostale si inerpica su stretti tornanti a serpentina, col rischio di rimanere incastrato tra le rocce della gola poco prima di Mogno, se il conducente non guidasse con una precisione millimetrica. Quando la neve si scioglie, la Maggia qui scorre in piena. E dopo, durante la ciaspolata, si scopre il Ri di Vacarisc, il cui gorgoglio si sente anche sotto un normale manto nevoso. A volte al di qua, a volte al di là del corso del torrente, l’itinerario di media difficoltà segue i secolari sentieri alpini in quota, offrendo una splendida vista sul selvaggio fondovalle della Val Lavizzara. In inverno l’alpe Vacarisc di Fuori, destinazione della ciaspolata, è abbandonato. In estate vi si produce il tipico formaggio Vallemaggia. La miscela di 70% latte vaccino e 30% di latte di capra gli conferisce un gusto ineguagliabile.
Si parte dalla fermata dell’AutoPostale «Mogno, Colonia Pazzalino». Si seguono le paline rosa a est attraverso il piccolo comprensorio sciistico. All’altezza dell’imponente paravalanghe, si svolta verso il paese. Vale sicuramente la pena visitare la chiesa di Mario Botta, che si distingue bene da lontano. Superata la chiesa, s’imbocca il sentiero a destra. Passate le case di Mogno, il percorso per ciaspole segue una strada rurale attraverso il bosco, a volte in aree aperte verso nord, salendo per Vacarisc di Dentro fino ai rustici di Vacarisc di Fuori. Gli edifici alpestri si trovano solo un po’ più in alto rispetto alla quota del tanto apprezzato tour estivo del Lago di Mognòla. Tornando indietro per lo stesso sentiero, nei pressi del Ri di Vacarisc vicino a Pir di Sopra, s’imbocca il sentiero superiore per Mogno. Sarebbe fantastico acquistare l’inconfondibile formaggio Vallemaggia, ma quassù in inverno è tutto chiuso e bisognerebbe fare una sosta intermedia a Prato-Sornico che si trova più in basso. Un villaggio da visitare, con il negozio di alimentari forse più autentico del Ticino.