Escursionismo in estate • Sentieri Svizzeri

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Escursione dei tre castelli nel Dorneck Nr. 1966
Münchenstein, Dorf — Dornach-Arlesheim • BL

Escursione dei tre castelli nel Dorneck

L’escursione dei tre castelli inizia alla stazione del tram «Müchenstein Dorf» con una ripida salita fin su al villaggio. Costeggiando nobili ville, il sentiero si addentra nel bosco. In lontananza si intravede tra il faggeto il castello di Reichenstein che aiuta i bambini a prefissarsi una prima meta. Passeggiando lungo il crinale che conduce ai castelli ci sono bellissimi luoghi per fare una sosta. Sul fianco della collina (non è un sentiero escursionistico ufficiale) si scende a Rebberg e da lì, passando per la Schlossgasse, si giunge ai ruderi del castello di Birseck, le cui corti interne possono essere visitate nei mesi estivi. Segue un’altra avvincente discesa lungo tornanti, sentieri rocciosi e attraverso grotte fino a giungere all’Ermitage, un giardino inglese con grandi stagni, dov’è possibile osservare dei pesci. Lungo i piedi dell’Holleberg si sale verso lo Schlosshof con annesso ristorante. Da qui ci attende già la terza meta, i ruderi del castello di Dorneck, dove non sarà più possibile trattenere i bambini che vorranno arrampicarsi sulla torre, sbirciare nell’oscuro pozzo o nascondersi dietro le numerose mura. Gli adulti, invece, potranno ammirare da lontano la ciclopica costruzione in calcestruzzo del Goetheanum, sede e luogo di convegno della società antroposofica. Passando di qui si prosegue per Dornach.
Dalla valle della Wyna al lago di Sempach Nr. 1962
Beromünster, Flecken — Sempach • LU

Dalla valle della Wyna al lago di Sempach

Questa escursione è caratterizzata da contrasti paesaggistici che spaziano da superfici ad uso agricolo e frutteti fino a riserve naturali protette con stagni e un campo da golf. Poco dopo la partenza a Beromünster ci si imbatte già in un sentiero naturalistico nella tranquilla valle della Wyna. Seguendo una leggera salita, l’escursione si snoda attraverso frutteti in fiore, fino a raggiungere la catena collinare delle Erlosen con veduta sul lago di Baldegg. Il tratto successivo conduce attraverso l’ombroso Chüewald, dove alcune capanne con aree barbecue invitano a fare una pausa pranzo. La chicca di questo tratto boschivo è la riserva naturale protetta di Vogelmoos con i suoi stagni, dove sono di casa numerose specie di uccelli. Dal villaggio di Bromen ci si lascia alle spalle il bosco e d’ora in poi l’ampia visuale sulle Alpi accompagna i gitanti fino al termine dell’escursione. Questa seconda tappa si snoda in gran parte su strade asfaltate, pur offrendo comunque numerosi contrasti paesaggistici quando si attraversano aree agricole collinari e il campo da golf di Hildisrieden, incastonato nel Gormundermoos. Prima di terminare l’escursione con un pediluvio nel lago di Sempach o con una visita alla stazione ornitologica, costeggerà un ulteriore idilliaco habitat ornitologico, lo Steinibüelweiher.
Su e giù nella zona della frana di Goldau Nr. 1963
Arth-Goldau • SZ

Su e giù nella zona della frana di Goldau

Il 2 settembre 1806 dal Rossberg si staccarono da 30 a 40 milioni di metri cubi di roccia e precipitarono a valle. La frana distrusse tre villaggi e causò 457 vittime. 200 anni dopo, le tracce di questa catastrofe sono ancora molto ben visibili. Il punto di distacco sulla vetta dello Gnipen, massi e blocchi di roccia sparsi qua e là lungo il pendio e i «detriti» giù in valle, dove oggi si trova il parco naturale e zoologico di Goldau. L’escursione parte dalla stazione ferroviaria di Arth-Goldau, da dove si seguono le indicazioni per Härzigwald. Nel primo tratto il sentiero conduce attraverso un’area urbana per poi divenire sempre più ripido. Di tanto in tanto attraverso il bosco è possibile intravedere il Rigi e il lago di Zugo. In primavera ci si ritrova in una distesa di aglio orsino: il tappeto verde di foglie e l’intenso profumo di aglio sono una vera e propria scoperta per la vista e l’olfatto. A quasi 1000 metri sopra il livello del mare si raggiunge il punto più alto del percorso e ci si inoltra lateralmente nella zona della frana. Un cartello ricorda l’evento del 1806 e le vittime della catastrofe. Chi si interessa di botanica può fare qui un breve giro esplorativo. Con un pizzico di fortuna è possibile imbattersi nella scarpetta di Venere, una delle specie di orchidee più belle in assoluto. Discendendo, il sentiero si snoda attraverso grandi blocchi di roccia verso Goldau.
Tra l’Emmental e l’Oberland bernese Nr. 1964
Eriz, Säge • BE

Tra l’Emmental e l’Oberland bernese

Eriz è capolinea sia per l’autobus che per i mezzi di trasporto privati. Qui non si è proprio soli, ma comunque lontani dai grandi flussi turistici. L’escursione inizia su una breve via di accesso rurale asfaltata. Attraverso un bosco con accoglienti aree di sosta, il sentiero conduce a Rotmoos, una zona naturalistica protetta e un paesaggio palustre scaturito dal bosco di conifere. Con un po’ di fortuna ci si può imbattere qui nel raro gallo cedrone, che vive in vasti territori e radure indisturbate. Chi ha buon occhio scoprirà fiori e piante particolari come il trifoglio d’acqua o la drosera. Il percorso fino all’Hängst è accompagnato dal suono dei campanacci degli animali al pascolo che poi diventa la dolce melodia di un carillon a vento appeso fuori da una graziosa fattoria. Scendendo verso il Bödeli, il sentiero è costeggiato da imponenti conifere. Dopo aver attraversato la strada, si sente ben presto lo scrosciare della Zulg. Da lì parte un sentiero enigmistico che presenta tutta una serie di domande difficili sulla regione. Ma attenzione: se si è troppo concentrati nel trovare la risposta giusta, si rischia di mancare l’area barbecue attrezzata lungo la riva del fiume. Vale la pena fare una sosta prima di raggiungere la meta e rifocillarsi prima di affrontare l’ultimo tratto dell’escursione.
Idillio escursionistico nei pressi di Winterthur Nr. 1965
Rämismühle-Zell — Elgg • ZH

Idillio escursionistico nei pressi di Winterthur

Dopo un paio di minuti in metrotranvia ci si lascia alle spalle il trambusto di Winterthur. L’escursione ha inizio, nel cuore di un paesaggio idilliaco, con una prima breve ma impegnativa salita. Dopo averla superata, si prosegue senza grandi sforzi per Lettenberg, dove sarà possibile acquistare un coltello fatto su misura presso lo Studio Blade. Qui si presenta già un’anticipazione della veduta che continua ad entusiasmare a tutt’oggi gli escursionisti: molto in basso si vede Turbenthal e in lontananza le Alpi. Chi non ha portato il picnic potrà in seguito farsi coccolare gastronomicamente nello splendido giardino della trattoria Gyrenbad. Da lì non sono più tanto lontane le rovine del castello di Schauenberg, dove un’area barbecue invita a fare una sosta. A cielo terso, il panorama spazia fino alle Alpi bernesi con l’Eiger, il Mönch e la Jungfrau. Non stupisce che questo luogo, dopo la distruzione del castello nel 1344, sia stato utilizzato come parte di un sistema di allarme che collegava Albis, Pfannenstiel, Uetliberg, Lägern, Zürichberg e Kyburg. La discesa da questo luogo pregno di storia è facile. Prima di affrontare l’ultimo tratto verso Elgg attraverso una gola ombrosa e selvaggiamente romantica con varie cascate, sarà difficile resistere all’invito di sedersi nel giardino della locanda Guhwilmühle e passare in rassegna le meravigliose impressioni della giornata.
Una gola selvaggia nelle Franches-Montagnes Nr. 1960
Pré-Petitjean — Glovelier • JU

Una gola selvaggia nelle Franches-Montagnes

In questa escursione lungo il fiume Tabeillon è possibile scoprire la varietà del Giura in quattro ore buone di cammino: il sentiero attraversa pascoli verdeggianti e densi boschi di conifere, costeggiando stagni pittoreschi e scabre rocce calcaree. Il punto di partenza è la tranquilla stazione di Pré-Petitjean. Già il viaggio fin qui è affascinante dal punto di vista paesaggistico e spettacolare per il tracciato ferroviario. Solo grazie a regressi e tornanti è possibile superare 300 metri di dislivello in poco tempo. Dapprima si percorre un comodo sentiero da cui è possibile godere di un’ampia vista sull’area naturalistica protetta Plain de Saigne. Chi non ha già ceduto alla tentazione di fare una sosta proprio lì, potrà riposarsi anche nei pressi dei laghetti di torbiera Pré des Combes ed Etang de Bollement. Lungo il cammino un’antica ruota idraulica svela che un tempo vi esisteva una segheria. Come una fenditura nel paesaggio, la gola di Combe Tabeillon si estende dalle Franches-Montagnes fin giù a Glovelier. Solo il sentiero in leggera discesa e il trenino rosso conducono attraverso la gola selvaggia, simile a una foresta vergine. La zona umida entusiasma per la sua ricca flora e fauna. È qui che sono di casa, infatti, tra l’altro la cannaiola comune, il martin pescatore e l’alite ostetrico.
Dalla meandrante Sarina all’impetuosa Gérine Nr. 1961
Grangeneuve — Marly, Gérine • FR

Dalla meandrante Sarina all’impetuosa Gérine

L’escursione parte dall’Institut Agricole Grangeneuve, sulla cui proprietà si trova un sentiero forestale didattico aperto al pubblico, e già dopo poco tempo di cammino conduce allo splendido monastero di Hauterive arroccato in un’ansa della Sarina. Nel convento vive una ventina di monaci cistercensi ed è possibile farvi visita. Pali di steccato con figure accuratamente lavorate d’intaglio costeggiano l’ulteriore percorso lungo la riva del fiume e sono un eccellente diversivo per i bambini durante l’escursione. Di tanto in tanto si presenta la possibilità di fare una sosta su uno dei numerosi banchi ghiaiosi, per ammirare le ripide rocce in arenaria e giocare vicino all’acqua. Poco dopo si attraversa per la prima volta la Sarina e si svolta in un tratto boschivo, nel quale si trovano alcune accoglienti aree barbecue. Dopo aver attraversato un ponte ad arco e superato la centrale idroelettrica di Hauterive, il sentiero continua a serpeggiare lungo la Sarina fino a immettersi nella Gérine. Anche lì è possibile fare una sosta nei bei boschetti e farsi un bagno sui banchi ghiaiosi. Dopo aver facilmente superato un paio di brevi tratti in salita, l’ultimo tratto continua diritto lungo la Gérine. Giunti alla meta, a Marly ci sono alcuni ristoranti che allieteranno i bambini con un ben meritato gelato.
Rund um die Stadt Neuenburg Nr. 1810
Neuchâtel — Neuchâtel, Place Pury • NE

Rund um die Stadt Neuenburg

Viele kennen Neuenburg, das Schloss, die Altstadt und die Gebäude aus gelbem Sandstein. Aber wer kennt die Umgebung mit den Wäldern und den städtischen Seeufern? Die hier vorgestellte Wanderung, die sich perfekt eignet für den Winter, führt durch diese schöne Umgebung. Vom Bahnhof aus bringt der Bus die Wanderer zur Haltestelle Vallon de l’Ermitage, ein Begriff, wenn es um die Höhen rund um Neuenburg geht. Vorbei am botanischen Garten führt die Route zum einzigen, dafür aber steilen Anstieg der Strecke. Das Centre Dürrenmatt mit dem vom Tessiner Architekten Mario Botta entworfenen Gebäude und die Ermitage-Felsen, von denen aus man den See und die Stadt bewundern kann, laden zum Verweilen ein. Der mit Kalksteinfelsen durchsetzte Wald bietet nun eine lange flache Passage. Zwischen den kahlen Bäumen erahnt man eine Lichtung, wo die Abtei von Fontaine-André aus dem 12. Jahrhundert steht. Der Weg führt anschliessend unter der 1910 in Betrieb genommenen Standseilbahn durch, die von La Coudre auf den Chaumont fährt. Bei der für Freizeitaktivitäten beliebten Waldlichtung Prise Gaubet führt der Weg langsam hinunter nach Saint-Blaise. Dort eröffnet sich ein wunderschöner Blick auf die Felder, dann auf den östlichen Teil des Neuenburgersees und schliesslich auf die Weinberge. Nun wird das hübsche Weinbaudorf Saint-Blaise durchquert, bevor man wieder das Seeufer erreicht, eine Gegend mit Vorbildcharakter, was Renaturierung angeht. Sie bietet Buchten, Schilfflächen und einladende Wege. Nun erreicht man den Archäologiepark des Museums Laténium und den belebten Parc des Jeunes Rives. Am Ende der Wanderung entzücken der Hafen von Neuenburg und der Quai Osterwald im Stil der Belle Époque.
Im Val Terbi Nr. 1809
Courchapoix, village • JU

Im Val Terbi

Das Val Terbi liegt östlich von Delémont und ist ideal für Wanderungen im Spätherbst. Und das umso mehr, wenn hier die Sonne scheint und der Nebel das Mittelland bedeckt. Auf dieser schönen Rundwanderung, die von Courchapoix über Montsevelier und wieder zurück führt, kann man die Ruhe dieser Region in vollen Zügen geniessen. Nachdem die Wandernden etwas höher gestiegen sind, um die Aussicht auf das Tal zu geniessen, und dann einige Felder überquert haben, folgen sie fast eben der Lichtung. Der Weg dringt hier und da in den Wald ein. In einer kleinen Geländefalte steht ein Schild, das die Legende der Hairodes, der kleinen Zwerge, erzählt. Hier kann man auch ihre Höhle besichtigen. Man erfährt zudem, dass der Ort früher von Köhlern und Eisenhandwerkern besiedelt war. Sobald die bewaldeten Hänge an der Grenze zum Kanton Solothurn verlassen sind, führt die Route nach Süden und erreicht in einer hügeligen Landschaft das Dorf Montsevelier. Ein schmuckes Dorf ist es, mit seinen alten Bauernhöfen und der Kirche, deren Relikte aus dem Jahr 1635 stammen. Nach einem kleinen, steilen Anstieg kann man den Ort von oben bewundern: Montsevelier liegt im Herzen der umliegenden Hügel. Der Weg führt nun in Richtung Westen weiter. Auch hier ist der Blick auf das Tal imposant. Linker Hand erscheint das Dorf Corban, rechts schweift der Blick auf den bewaldeten Hang. Noch ein paar Schritte, und der Ausgangspunkt Courchapoix ist erreicht.
Entschleunigung bei der Stadt Freiburg Nr. 1838
Abbaye de Hauterive • FR

Entschleunigung bei der Stadt Freiburg

Auf dieser knapp neun Kilometer langen Wanderung in Freiburg lassen sich die herrlichen Herbstfarben in vollen Zügen geniessen. Dieser sanft hügelige Rundweg ist nur ein Steinwurf von der Stadt Freiburg entfernt und gut zugänglich. Der Startpunkt ist bei der Abbaye de Hauterive. Nach 50 Metern geht es zunächst den Schotterweg hinauf nach Grangeneuve auf der rechten Seite. Nach der Käserei geht es weiter in Richtung des grossen Bauernhofs La Tioleyre, und mit der ersten Abzweigung auf der linken Seite wird die Wanderung fortgesetzt. Ein paar hundert Meter weiter nimmt man an der Kreuzung den Sentier de la Tuffière. Dieser Weg begleitet das Mäandern der Saane und ist gut ausgeschildert. Der Fluss entspringt kilometerweit entfernt am Sanetschpass im Wallis und mündet, nachdem er verschiedene Seen gespeist hat, in die Aare. Der idyllische Weg führt die Wandernden durch den schönen Herbstwald und lädt immer wieder zu kleinen Pausen auf den Waldbänken und Picknickplätzen ein. So kann die Farbpalette der Bäume, die den Weg meterhoch überragen, ausgiebig bewundert werden. Nach etwa 45 Minuten ist die Tuffière-Brücke erreicht und überquert. Nach 50 Metern geht es dem ausgeschilderten Weg nach auf die linke Seite. So gelangt man am rechten Ufer zurück zum Ausgangspunkt Hauterive. Dort sollte man sich die Zeit nehmen, die berühmte Abtei von Hauterive aus dem 12. Jahrhundert zu besuchen. Dieses geschichtsträchtige Gotteshaus ist ein Ort, um neue Energie zu tanken oder im herrlichen Garten auf einer Bank ein Sonnenbad zu nehmen. Im Klostershop gibt es eine Reihe von künstlerischen Werken der Mönche, wie Aquarelle, Holz- und Steinskulpturen. Auch kulinarische Produkte werden angeboten.
Am Sonnenhang des Bellinzonese Nr. 1928
Bellinzona — Gudo, Serta • TI

Am Sonnenhang des Bellinzonese

Das Tessin zählt zu den traditionsreichen Weinbaugebieten der Schweiz. Auf den überwiegend kleinräumig parzellierten und im Nebenerwerb bewirtschafteten Flächen wird hauptsächlich Merlot angebaut. Zu den bevorzugten Lagen gehört die Gegend um Bellinzona. Insbesondere die Hänge nördlich des Talflusses Ticino profitieren von hervorragender Besonnung. Quer durch das Rebgebiet zieht sich die «Via delle vigne». Der Weinweg beginnt in Sementina und führt nach Gudo. Die Tour lässt sich aber gut bereits in Bellinzona starten; auf diese Weise ergibt sich eine einfache und abwechslungsreiche Wanderung für einen Tagesaufenthalt im Tessin. Das erste Teilstück folgt dem Talfluss Ticino durch den Auenwaldpark Saleggi-Boschetti. Nach der Unterquerung der Autobahn geht es dem Wildbach Sementina entlang aufwärts, danach auf dem Weinweg in stetem Auf und Ab Richtung Westen. Zwischendurch werden Waldgebiete durchquert, doch immer wieder öffnen sich schöne Ausblicke zur Magadino-Ebene und zum Monte Tamaro. Dass hier ein ungewöhnlich mildes Klima herrscht, zeigt sich deutlich an der Vegetation: Neben Kakibäumen sieht man auch vereinzelte Olivenbäume und sogar Agaven.
Weitsicht im Luzerner Hinterland Nr. 1931
Wauwil — Alberswil, Dorf • LU

Weitsicht im Luzerner Hinterland

Hier ist der Kanton Luzern am weitesten: Wo sich heute die riesige Ebene des Wauwilermooses ausdehnt, lag einst ein See. Mitte des 19. Jahrhunderts wurde er trockengelegt. Seither wird die Moorebene landwirtschaftlich genutzt. Ein Teil des Gebiets gilt als Wasser- und Zugvogelreservat von nationaler Bedeutung. Ein Beobachtungsturm bietet einen guten Einblick. Einen noch umfassenderen Blick auf die Gegend geniesst man von der Burg Kastelen. An der Ruine kommt man auf der Wanderung von Wauwil nach Alberswil vorbei. Unterwegs geniesst man schöne Ausblicke zu Rigi und Pilatus, dahinter zeichnen sich die Gipfel der Glarner, Urner und Berner Alpen ab. Die Tour führt zunächst quer durch das Wauwilermoos nach Schötz, von dort über sanft gewelltes Wiesenland zum bewaldeten Burghügel. Die einstige Wehr- und Wohnanlage der Grafen von Kyburg wurde im Bauernkrieg beschädigt und verfiel danach. Um die Jahrtausendwende hat man sie restauriert und konserviert. Bei dieser Gelegenheit wurde ein stählerner Aussichtsturm in den Steinturm eingezogen. Von dessen oberer Plattform öffnet sich eine eindrückliche Aussicht über die Mauerzinnen hinweg zum Wauwilermoos und zu den Alpen.
Durch Solothurner und Aargauer Auenlandschaften Nr. 1927
Olten — Aarau • SO

Durch Solothurner und Aargauer Auenlandschaften

Dichte Verkehrsströme durchziehen das Schweizer Mittelland. Von Strassen und Bahnen bekommt man auch auf der Wanderung entlang der Aare etwas mit, jedenfalls aus Distanz. Mehrheitlich verläuft die Tour jedoch durch stille und idyllische Auenlandschaften. Der wasserreichste Fluss der Schweiz ist auch im Winter ein lohnendes Wanderziel: Zwischen Olten und Aarau säumen ihn Uferwege fast durchwegs auf beiden Seiten. Kombiniert man links- und rechtsufrige Abschnitte, dann ergibt sich eine interessante Route, die durch viel intakte Natur führt und zugleich einige Überraschungen bietet. Eines der schönsten Teilstücke liegt ausgerechnet bei einem eher beklemmenden Bauwerk: Am Fuss des Atomkraftwerks Gösgen plätschert die Aare munter wie ein junger Bergbach dahin – um wenig später zu einem veritablen Strom aufzulaufen. Reizvoll ist auch der Bally-Park in Schönenwerd, der geometrisch geordnete Weg- und Gehölzanlagen mit Elementen des englischen Landschaftsgartens vereint. Ein Teil der Wanderroute verläuft auf dem «Solothurner Waldwanderweg». Informationstafeln vermitteln interessante Einblicke in die Zusammenhänge zwischen Waldnutzung, Naturschutz, Kraftwerksbetrieb und Hochwasserschutz.
Unterwegs in der wilden Natur des Oberwallis Nr. 1808
Giw — Simplon Hospiz • VS

Unterwegs in der wilden Natur des Oberwallis

Mit Muskelkraft von einer berühmten Ortschaft zur nächsten – das ist die Grundidee dieser Bergwanderung. Sie beginnt in Visperterminen, dem typischen Walliser Dorf, das für seinen Weisswein Heida berühmt ist. Bei der Ankunft am Simplonpass befindet man sich an der historischen Querung zwischen der Schweiz und Italien, die schon in der Steinzeit (also vor über 4000 Jahren) genutzt wurde. Die Tour beginnt gemächlich: Man steigt zunächst in einen kleinen Sessellift, der hinauf zum Giw fährt, dem eigentlichen Startpunkt der Bergwanderung. Noch ein Kaffee auf der Terrasse des Restaurants, ein Blick auf die umliegende Bergwelt, vor allem auf das Weisshorn – und los geht’s! Nach einem Aufstieg von 45 Minuten auf einem einfachen Weg ist der Gibidumpass erreicht. Mit einem (kleinen) Umweg nach links gelangt man zum bezaubernden See gleichen Namens. Dann folgt der Abstieg ins Nanztal. Die Bäume, von denen es oben am Gibidumpass nur noch wenige gibt, werden wieder zahlreicher. Tief im grünen Tal finden plätschert die Gamsa. Der Bach entsteht aus dem Schmelzwasser des Gamsagletschers und fliesst im Dorf Gamsen in die Rhone. Er wird auf einer Brücke überquert und der Anstieg zum Bistinenpass beginnt. Dieser ist mit seinen 2418 Metern der höchste Punkt der Wanderung. Die Schönheit der Lärchen und der Alpenrosen lässt einen alle Mühen vergessen. Nun wird der Weg enger und unregelmässiger, die Umgebung steiniger. Nach dem Überqueren des Passes folgt der Abstieg in Richtung Simplon. Schnell kommt das kleine Plateau mit dem Hospiz in Sicht, an dem diese Bergwanderung endet.
Relikte von früher im Calancatal Nr. 1916
Selma • GR

Relikte von früher im Calancatal

In erhabener Lage präsentiert sich Landarenca – ein autofreies Vorzeigedörfchen, in dem es sich auch gut speisen und übernachten lässt. Einst lebten an die 100 Menschen hier, heute sind es noch 12 ganzjährige Bewohner. Wald stockt auf einigen ehemaligen Ackerterrassen. Aus der ehemaligen Schule ist ein Ostello geworden, aus der ehemaligen Post eine Osteria. Ausgangspunkt der Wanderung ist Selma. Praktisch, dass die Seilbahn nach Landarenca in Selbstbedienung funktioniert und man sich keine Öffnungszeiten merken muss. Nach der gemütlichen Anreise in die Höhe lohnt sich ein Bummel durch das Dorf. Den Wanderschildern nach Arvigo folgend, biegt man am südlichen Dorfrand links in den abwärtsführenden Weg. Erst etwas steiler abwärts, dann aber in einer flacheren Querung durch lockeren Waldbestand, der immer wieder schöne Ausblicke erlaubt. Bald passiert man die Kapelle San Lucio e Gottardo an einem Felssporn, und es geht wieder steiler abwärts. Erneut folgt ein flacher Abschnitt durch eine wilde Felsenlandschaft, bevor sich die Route vorbei am Maiensäss von Mont allmählich nach Arvigo senkt. Die Wanderroute führt an der Kirche vorbei zum Dorfplatz. Die Fassade der «Casa di Circolo» ist mit den Wappen aller Calancagemeinden geschmückt. Über eine Bogenbrücke wird ans linke Ufer der Calancasca gewechselt. Immer wieder laden kleine Sandbuchten und Badeplätze zum Verweilen ein. Spannend auch das Bergsturzgelände, durch das sich der Pfad schlängelt, wo riesige Felsbrocken kleine Tunnel und verzauberte Winkel bilden. Nach einem fast schluchtartigen Engpass weitet sich der Talgrund wieder etwas, und Selma taucht auf. Über die Brücke kehrt man zur Hauptstrasse und Bushaltestelle zurück.
Bocchetta di Val Maggia Nr. 1813
Robièi • TI

Bocchetta di Val Maggia

La Valle Bavona è una regione alpina ricca di laghetti, con un variegato mondo animale, vegetale e minerale. A 1890 metri si gode una splendida vista sulla cima del Basodino e su tutta la valle. Arrivati a Robiei con la funivia da San Carlo, si prende dapprima un sentiero a sinistra per la prima salita, che conduce lungo un ruscello ad un altopiano. Da qui, dopo aver attraversato il ruscello di montagna, si cammina su alcune pietre fino alla fine dell’altopiano per poi girare a destra presso un lago su un sentiero alpino verso il Lago dei Matörgn. Sotto il fascino del Ghiacciaio del Basodino, il più grande ghiacciaio del Ticino, l’escursione prosegue attraverso vari ostacoli lungo un sentiero di montagna fino a raggiungere altri laghi di montagna non lontano dalla Bocchetta di Val Maggia. Specialmente in questo tratto, sono chiaramente visibili le sporgenze rotonde e i dorsi di balena della passata copertura glaciale. Un’altra piccola salita su un terreno sassoso porta al confine tra la Svizzera e l’Italia. Solo poche persone si incontrano ancora qui, dove si percepisce, ma lo si è anche letteralmente, di trovarsi alla fine della Svizzera. Per avere una migliore vista del paesaggio lacustre sul versante italiano, si raccomanda agli escursionisti sicuri di salire un po’ al Passo. Per il ritorno attraverso il Lago del Zött si gira subito dopo il laghetto sotto la falda. Dalla Valletta di Fiorina si torna indietro tenendosi di nuovo alla destra all’inizio del sentiero alpino. La successiva discesa verso il Lago artificiale del Zött si snoda lungo un ripido zigzag e poi conduce lungo il lato destro della diga di sbarramento e su un rivestimento duro fino al punto di partenza a Robiei.
Urtümliche Natur südlich von Saas-Almagell Nr. 1815
Heidbodme — Mattmark • VS

Urtümliche Natur südlich von Saas-Almagell

Beim kleinen Bergrestaurant auf Heidbodme könnte man schon mal hängen bleiben. Zu schön ist die Aussicht auf das Saastaler Bergpanorama, zu gemütlich die Terrasse und zu entspannend die Ruhe über dem Furggtälli. Die lange Wanderung duldet jedoch keinen allzu späten Aufbruch. Hoch in der Flanke zieht sich der Bergwanderweg hinein in das karge Furggtälli. An steilen Passagen sind hin und wieder Seilgeländer angebracht. Je weiter man in das Tal dringt, desto steiniger wird es. Beim Antronapass wandert man über ausgedehnte Felsplatten. Entlang der schweizerisch-italienischen Landesgrenze steigt der Weg in die Höhe, bevor er mit einem Abstecher nach Italien um das Jazzihorn herum zur Jazzilücke führt. Diese Strecke führt exponiert durch eine sehr steile Felsflanke. Sie ist zwar gut mit Halteseilen ausgerüstet, trotzdem braucht es hier unbedingt Schwindelfreiheit und Trittsicherheit. Mit etwas Glück segelt gerade ein Adler um die Felsen. Der Tiefblick geht zum Lago di Cingino. Die Bruchstein-Staumauer des Sees ist bekannt für die Steinböcke, die an der Staumauer herumklettern und Salz lecken. Hinter der Jazzilücke betritt man das Ofental und damit wieder eine neue Welt mit eindrücklichen Bergen und Gletschern. Zuerst durch steinige Hänge, dann durch den wunderschönen Talboden mit rauschenden Bächen führt der Weg zum Mattmark-Stausee. Während des Baus des Damms brach 1965 ein Teil des Allalingletschers ab. 500 000 Kubikmeter Eis verschütteten die Baracken der Bauarbeiter. 88 Menschen, mehrheitlich italienische Gastarbeiter, kamen ums Leben. Kein anderer Stausee in der Schweiz forderte so viele Menschenopfer.
Durch den Camin de Biancalan Nr. 1914
Rossa — Landarenca • GR

Durch den Camin de Biancalan

Der Weg über den Camin de Biancalan, einen engen Durchlass am östlichsten Sporn des Piz da Termin, verbindet die Alpen von Rossa und Augio mit den Alpen ob Landarenca. Es ist ein alter Weg, den die Calanchini seit Jahrhunderten gehen. Im Herbst nimmt man ihn mit Vorteil frühmorgens unter die Füsse: Die Sonne steht tief und mag am Nachmittag schon bald nicht mehr über die 2600 und mehr Meter ü. M. hohen Berge scheinen. Die Wanderung startet in Rossa, wo man sich an der Bar des Restaurants Valbella einen letzten Espresso gönnen kann. Dann geht es taleinwärts, an der vom Künstler David Tremlett farbig bemalten Kirche vorbei, zur ebenso farbigen Kapelle des Calvario und über den Saumweg zum Alpweiler Pro de Leura. Die Kunst am Bau geht auf Rossarte zurück, eine Initiative von Einheimischen, welche die Rolle des Calancatals in der globalisierten Welt neu andenken wollen. Nun steigt der Weg durch Wald zur Alp Stabiorell auf. Ab nun gehts talauswärts, immer nah an der Waldgrenze über zum Teil moorige Alpweiden zur Alp de Cascinarsa, dann wieder durch Wald zur Alp de Naucal. Von hier lässt sich schon die Felsrippe ausmachen, die vom Piz da Termin gegen Sta. Domenica abfällt. Bald schon ist der Camin de Biancalan erreicht. Von nun an geht es bergab, erst ausgesetzt über den Pianon de Piöv, dann durch lichten Lärchenwald zu den Alpen Piöv di Dent und Piöv di Fuori. Nachdem der Weg im dichten Wald einen Talkessel durchquert hat, erreicht man den Alpweiler Bolif, von wo es steil zum Dörfchen Landarenca und zur Station der Luftseilbahn geht.
Vom Calancatal ins Misox Nr. 1915
Braggio — Grono, Paese • GR

Vom Calancatal ins Misox

Braggio ist ein kleines, autofreies Bergdorf, das nur mit der Filovia, der Seilbahn, erreichbar ist. Die rund 50 Einwohner blicken dank sanftem Tourismus und nachhaltiger Landwirtschaft zuversichtlich in die Zukunft. Davon kann man sich vor Beginn der Wanderung im Dorfladen (Negozio) überzeugen, wo man bei einem feinen Cappuccino oder Espresso den lebhaften Dorftreffpunkt der Braggiotti erlebt – allzu früh starten sollte man sowieso nicht, da man sonst den ersten Teil der Wanderung im Schatten geht. Vom Dorfkern von Braggio geht es steil hinauf zum Waldrand bei Mondent. Mehrheitlich im Wald führt die Wanderung abwechslungsreich und sanft aufsteigend mit ein paar ausgesetzten Stellen talauswärts. Bei der Ruine der Kapelle von Camarcün gibt es eine erste Möglichkeit für eine Pause. Wenig später hat man bei der Kapelle Sant’Antoni de Bolada den höchsten Punkt der Wanderung erreicht – ein idealer Rastplatz mit Blick über das ganze Tal bis zum Zapporthorn. Der Abstieg bis Sta. Maria führt durch Wald. Nach zehn Minuten verzweigt sich der Weg. Die Variante rechts führt beim geschützten Hochmoor Pian di Scignan vorbei. Kurze Zeit später erreicht man die ersten Häuser der Gemeinde Sta. Maria und dann das Dorf, dessen katholische Pfarrkirche aus dem 13. Jahrhundert wegen der hölzernen Kassettendecke berühmt ist. Der Abstieg nach Castaneda durch den Kastanienwald führt über uralte, wiederhergestellte Terrassen zu den Ruinen der Mühle von Pisella und weiter hinunter zum Ziel der Wanderung, Grono im Misox.
Am Schauenberg auf historischen Wegen Nr. 1917
Dussnang, Brückenwaage — Elgg • ZH

Am Schauenberg auf historischen Wegen

Der Schauenberg oberhalb von Elgg im Kanton Zürich ist ein historisch bedeutender Ort. Das ist unschwer an den Mauerresten der Höhenburg zu erkennen, die hier um das Jahr 1300 stand. Schwieriger zu erkennen ist, weshalb der Weg, der zur Burgruine führt, im Inventar historischer Verkehrswege der Schweiz (IVS) aufgeführt ist, einer von vielen, auf denen das Wegnetz der Schweizer Wanderwege verläuft. Es ist dies der Auftrag des Bundesgesetzes über die Fuss- und Wanderwege und eine Massnahme, die den Erhalt und die Pflege dieser historischen Wege sichern soll. Der historische Weg zur Burg ist jener breite, von einer alten Dornbuschhecke begrenzte Weg, der vom Burghügel nach Westen zieht. Die Hecke ist stark ausgelichtet, der Fahrweg hat seinen historischen Charakter verloren. Trotzdem: Eine Wanderung auf den Schauenberg lohnt sich nur schon der Aussicht auf das Tösstal und die Alpen wegen. Mit Start im thurgauischen Dussnang wird der Ausflug zur anstrengenden Tageswanderung. Die grösste Herausforderung wartet zu Beginn: der Grat über den Taneggerbärg. Schmal ist er und mit ein paar ruppigen Passagen gespickt. Nach Niederwies wird im munteren Auf und Ab erst über Wiesen, später auf lauschigen Waldpfaden das Chabishaupt erklommen. Durch die Bäume ist gegenüber bereits der Schauenberg zu sehen. Dazwischen liegt – weit unten im Tal – der tiefblaue Bichelsee. Einmal steil bergab und auf der anderen Seite nicht minder steil wieder hoch, dann ist der Schauenberg erreicht. Auf dem letzten Abschnitt nach Elgg lockt mit dem wildromantischen Farenbachtobel und seinen zehn Brücken ein letzter Höhepunkt.
Durchs hügelige Appenzeller Vorderland Nr. 1918
Walzenhausen — Kaien • AR

Durchs hügelige Appenzeller Vorderland

Diese Wanderung führt durchs hügelige Appenzeller Vorderland. Sie startet mit der Fahrt auf der sankt-gallischen Zahnradbahn von Rheineck nach Walzenhausen. Unbekannt ist Walzenhausen bei Wandernden nicht. Hier endet der beliebte Witzweg. So bekommt man beim Wegweiser am Bahnhof noch einen Witz mit auf den Weg, bevor es in Richtung Oberegg losgeht. Von der Hauptstrasse biegt die Route rechts ab. Es beginnt bereits der erste Aufstieg begleitet von der Aussicht auf den Bodensee. Durch den Wald gelangt man zur Feuerstelle Steigbüchel. Von hier ist es nicht mehr weit zur Gebertshöchi, wo eine Ruine an die Appenzellerkriege erinnert. Über Weiden erreicht man den Innerrhoder Bezirk Oberegg, eine Enklave innerhalb von Appenzell Ausserrhoden. Hier öffnet sich das Panorama auf den Alpstein. In Blatten bietet das Restaurant «Sonne» Gelegenheit für eine Verschnaufpause. Weiter führt die Wanderung durch die Hügellandschaft hinunter nach Eschenmoos, von wo man nach Überqueren des Fallbachs das Dorf Reute erreicht. Zunächst der Hauptstrasse und dann am Fallbach entlang, steigt der Weg hinauf nach Oberegg. Ausgang des Dorfes geht es zum Weiler Risi und mit einem kurzen Abstecher zur Wirtschaft «Rütegg». Schliesslich gelangt man durch Wälder und über Wiesen nach Kaien, dem höchsten Punkt dieser Wanderung.
Streifzug durch das Grauholz bei Bern Nr. 1919
Habstetten, Rössli • BE

Streifzug durch das Grauholz bei Bern

Pilze haben ulkige Namen: Gedrungener Wulstling, Butterrübling oder Kahler Krempling. Auch die Farben- und Formenpracht bringt manch einen zum Staunen. Doch das sind nur die Fruchtkörper der Pilze. Erstaunliches spielt sich im Untergrund ab. Da bilden die Pilzfäden wahre Netze und verbinden Bäume miteinander, schützen deren Wurzelwerk und festigen die Böden. Ab Spätsommer lassen sich besonders viele Pilze entdecken. Diese Entdeckungstour führt ins Grauholz, ein Naherholungsgebiet der Stadt Bern. Ausgangspunkt ist Habstetten, ein Weiler nördlich von Bolligen. Ab Haltestelle Rössli führt der Wanderweg in Richtung Forsthaus für kurze Zeit auf einer kleinen, asphaltierten Strasse hinauf zum Waldrand. Ab hier verläuft die Wanderung auf Waldsträsschen und -wegen. Nebst den Pilzen hat das Grauholz noch eine andere Überraschung parat: Die Aussicht vom Schwarzchopf über den Moossee bis in den Jura ist wunderschön. Vorübergehend hört man hier aber auch das Rauschen der nahen Autobahn. Ist man einmal hinter dem Grat, verstummt der Verkehr, und Stille umgibt einen. Vom Schwarzchopf geht es hinunter in Richtung Sädelbachhüttli. Gleich fünf Wanderwege treffen sich an dieser Kreuzung mit Picknicktischen, Feuerstellen und Waldhaus. Ab hier steigt der Weg in Richtung Habstetten nochmals an und verläuft dann flach zurück zum Ausgangspunkt. Die Wanderung ist kurz. Das Bestaunen der Pilze jedoch braucht viel Zeit. Und wer sich noch ein Körbchen mit Speisepilzen füllen will – maximal zwei Kilogramm sind im Kanton Bern gestattet, und Schonzeiten gibt es keine –, der muss noch mehr Zeit einrechnen.
Über den Col des Rangiers Nr. 1920
Séprais — Asuel, Maison communale • JU

Über den Col des Rangiers

Diese Wanderung beginnt mit einem kurzen Abschnitt auf dem Skulpturenweg von Séprais, dessen Werke Wind und Wetter und damit der Vergänglichkeit ausgesetzt sind. Von der Haltestelle Séprais folgt man ihm hinein ins Dorf. Doch schon nach 100 Metern, bei einem Wegkreuz, verlässt dieser Weg dieses Freilichtmuseum. Denn nun geht es nach links über die Wiesen von Ravière zum Wald. Hier beginnt der Aufstieg zum Col des Rangiers. Ab und zu wandert man über Juraweiden, bis der Weg schliesslich nach links abbiegt und in einem Bogen La Caquerelle erreicht, das gleichnamige Hotel und Restaurant. Es ist nur eines von vielen Restaurants in der Ajoie, die um den 11. November «La Saint-Martin» servieren, die «Metzgete». Dabei wird in einem üppigen Mahl alles vom Schwein serviert, von der Blutwurst über Schinken und Speck bis zum Braten. Das Restaurant befindet sich im Westen der Hochebene, nahe dem Col des Rangiers, dem Pass, der den Schnittpunkt zwischen Clos du Doubs, den Freibergen, der Ajoie und dem Tal von Delémont bildet. Vom Restaurant führt der Weg direkt zur Passstrasse, der er auf 300 Metern Richtung Westen folgt. Beim Gîte Les Malettes nimmt man den Weg rechts und erreicht so Le Chételat, eine weitere Juraanhöhe, gleichzeitig der höchste Punkt der Wanderung. Dahinter, im Talkessel, liegt das Dorf Asuel, das Ziel der Wanderung. Steil geht es nun ostwärts durch Wald hinunter zum Ruisseau de l’Erveratte, an dessen Ufer man bis Asuel wandert. Wie man den Wald verlässt, sieht man links auf einem Hügel die Ruine des Château Asuel thronen, auf Deutsch Hasenburg. Die Geschichte der Burg aus dem 11. Jahr- hundert kann man im kleinen Dorfmuseum erfahren.
Zu den majestätischen Rochers de Naye Nr. 1910
Paccot — Rochers-de-Naye, gare • VD

Zu den majestätischen Rochers de Naye

Von der Bahnstation Paccot aus scheint der felsige Gipfel der Rochers de Naye schroff und für Wanderer unerreichbar zu sein. Trittsichere und schwindelfreie Wanderer werden Stunden später jedoch oben stehen und über den Genfersee zum Jura und zu den Savoyer Alpen blicken können. Zuerst geht es jedoch mit dem Genfersee im Rücken und der Dent de Jaman vor Augen in angenehmer Steigung aufwärts zur einladenden Buvette de Jaman. Nach einem kurzen Zwischenabstieg geht es hoch zum Col de Bonaudon. Von hier zieht sich ein schmaler Pfad durchs Geröll an den Fuss der Felsen und zu den ersten Treppen, die wie eine Himmelsleiter in die Höhe führen. Durch den sicheren Ausbau dieses Abschnitts mit Treppen und Ketten ist der frühere Alpinwanderweg neu als Bergweg klassiert und für ein breiteres Wanderpublikum begehbar. Gleichzeitig ist er auch weniger anfällig für Schäden und Sperrungen nach Ereignissen im Winter. Wer eine Taschenlampe dabeihat, kann unterwegs die «Grottes de Neige» erkunden und ein Stück im Innern des Bergs hochsteigen. Nach dem Felsriegel leitet der Wanderweg über Weiden hinauf, an der Bahnstation und am Hotel vorbei zum majestätisch über dem Genfersee thronenden Gipfel.